Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film
Mazzacurati realizza un film pieno di atmosfera e pathos, trasferendo su schermo le atmosfere di provincia in maniera convincente
Un piccolo paese sul delta del Po, Concadalbero, riceve una visita inaspettata: una giovane maestra di nome Mara ( Valentina Lodovini) viene chiamata per una supplenza. La località è presto in subbuglio, fra chi è solo incuriosito da queta piacevole invasione e chi invece è attratto dalle forme della bella maestrina, come il meccanico tunisino del paese.
Fra i due nasce una storia che finisce in tragedia, perché un bel giorno Mara viene trovata morta.
Un giovane giornalista in erba tenterà di scoprire la verità.
Opera che rende giustizia alla provincia, descritta attraverso la potenza evocativa delle immagini. Tramonti che si stagliano alle spalle di vecchi casali, campi silenti attraversati da stradine polverose , e la nebbia, presenza sinistra, che tutto avvolge con ambiguità. E poi ci sono le persone, che sembrano assorbire questi elementi naturali per poi rifletterli nei rapporti umani.
Il regista si prende tutto il tempo per descrivere l'umanità che abita questo microcosmo, delineandone ogni protagonista. Bellissima e bravissima la Lodovini, che con il suo personaggio squarcia la monotonia di quelle vite grazie ad un entusiasmo che appare un misericordioso dono, una perla in mezzo ad un porcile. Mazzacurati sottolinea le storture paesane, quando nell'epilogo emerge tutta la grettezza della mentalità paesana, l'ipocrisia meschina e purtroppo inconsapevole di un intera comunità. Ma il film apre anche una bella riflessione su cosa significhi essere un cronista: restare alla "giusta distanza" senza farsi coinvolgere è davvero la scelta giusta?
Un thriller ad andamento lento, con un ottimo cast penalizzato un po' dall'inesperienza del giovane Giovanni Capovilla ma impreziosito da Fabrizio Bentivoglio, da gustare scena dopo scena.
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