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La giusta distanza

Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film

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La recensione su La giusta distanza

di Baliverna
8 stelle

Mazzacurati è uno dei pochi registi italiani di oggi con i quali si va quasi sul sicuro. Neanche questo film mi ha deluso. Il tema principale non direi che è il razzismo o la non accettazione del diverso, ma piuttosto quanto ingannevole può essere la realtà e a che tremende cantonate possono portare la leggerezza e l'eccesso di sicurezza di chi deve, ad es. giudicare una persona in tribunale. Il tema viene ribadito anche alla fine del film nella sequenza delle telefonate. A volte all'innocente si appiccicano addosso indizi ingannevoli, particolari che lo fanno sembrare un probabilissimo colpevole, mentre magari il vero assassino ha la faccia del bravo ragazzo e una reputazione inappuntabile. Gli unici personaggi razzisti sono la pubblico ministero (da schiaffo) e l'avvocato (da pugno nel muso), mentre dei paesani non si può dire troppo male, se non il malanimo con cui accolgono la scoperta del vero colpevole. Il titolo, quindi, è sia un ammonimento a chi processa l'imputato - che si lascia trarre in inganno dalle circostanzee da pregiudizi raziali - che a chi scrive sui giornali. E' necessario avere quell'equilibrio e quella serenità di sguardo che permettono di raggiungere la vertià.
Mi sono molto piaciuti, grazie ai bravi attori, alcuni dei personaggi secondari, come il direttore del giornale, l'avvocato sbrigativo e qualunquista (Bentivoglio), e il tabaccaio donnaiolo (Battiston). Quest'ultimo è proprio una sagoma, e con i suoi modi di fare finisce per strappare qualche risata anche nell'ambito di un film drammatico. Quando fa la "piovra" con la bella maestra è proprio divertente. Buona e incisiva anche la particina della moglie russa. Il protagonista (Capovilla) se la cava benino, ma non di più. Un po' sbiadito e di maniera, invece, ho trovato il tunisino.
L'ambiente del paesino sul Po è un microcosmo abbastanza triste e immobile, dove covano tensioni e malesseri anche forti (l'assassino, la maestra pazza...). La differenza tra questo film e le piatte fiction per la tv è abissale.

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