Regia di Jason Reitman vedi scheda film
Il pregio principale di questa commedia americana è quello della verosimiglianza, dote così rara al giorno d'oggi - in particolare da quelle parti - e che purtroppo, preziosissima quanto graditissima, viene scialacquata pateticamente negli ultimi dieci minuti finali, in cui succede l'irreparabile. Tutta la costruzione accurata del film collassa sotto le spallate del buonismo dilagante, che era riuscito a rimanere miracolosamente buono e zitto per un'ora e mezza di pellicola; la protagonista, già antipatica di per sè, viene inspiegabilmente trascinata da un istinto che definire masochista è ancora limitativo e nessuno è disposto a spendere una parola o un gesto per fermarla. Genitori assenti, ragazzini precoci, l'adolescenza testarda che si crede padrona del mondo, le coppie sempre più allo sbando nel terzo millennio ed un'idea della nascita di un figlio paragonabile a quella dell'acquisto di un animaletto domestico: questi sono i problemi sociali sollevati - ahimè, probabilmente senza neppure accorgersene - da Juno. E davvero, la rabbia che suscita il finale decerebrato in cui tutto va allo sfascio e i protagonisti se la godono convinti di essere giunti all'happy end, è impagabile. 90 minuti di buona commedia su temi forti e solitamente trattati con ben altri toni (ipocrisia o buonismo o qualunquismo), poi il tracollo negli ultimi minuti.
Una sedicenne piena di sè vuole provare il sesso: lo fa con un inoffensivo amichetto ritardato. Il problema è che rimane incinta: unica soluzione possibile per la boriosa ragazzetta, dare via il bambino. Trovata una coppia di ricconi disposta ad adottarlo, il più sembra fatto; ma i due ricconi divorziano e così il neonato va alla riccona neo-single. E la sedicenne dimostra di non aver imparato nulla dalla lezione severa impartitale dalla vita, mettendosi insieme all'amichetto con problemi mentali.
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