Regia di Gavin Hood vedi scheda film
Un attentato in Egitto in cui accidentalmente muore un funzionario della CIA (non era il vero bersaglio) fa da perno alla vicenda di un ingegnere egiziano da 20 anni negli USA, ma con un cognome esotico ed una SIM a cui è pervenuta una telefonata da un numero sospetto, che viene prelevato dai servizi di controspionaggio e sottoposto a interrogatori illegali in Egitto all'insaputa della sua stessa famiglia.
Il doppio binario di lettura è costituito da un lato dalla domanda sulla eticità di pratiche illegali da parte delle istituzioni pur giustificate dalla minaccia terroristica; dall'altro dalla vicenda umana sia del malcapitato ingegnere ma anche dello stesso capo del controspionaggio egiziano, personaggio austero e determinato, ma vulnerabile negli affetti come si dimostra nell'occasione della scomparsa della giovane figlia.
Il gioco narrativo si impreziosisce con lo stratagemma di presentare i due piani della vicenda facendo credere allo spettatore che essi si svolgano contemporaneamente, mentre in realtà sono cronologicamente distinti, anche se collegati.
Buona la prova di Saarsgard, mentre mi è risultato impalpabile il buon Gyllenhall.
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