Regia di Sarah Polley vedi scheda film
Nel bel racconto "Sette piani" di Dino Buzzati il protagonista sale di piano nella clinica dove è ricoverato ad ogni aggravamento della sua malattia, fino all'inevitabile approdo al fatidico settimo piano. Si ferma invece solo a due il numero di piani della clinica per la cura dell'Alzhaimer dove la protagonista di questo buon film viene ricoverata,ma il piano superiore è quello per i malati gravi dove ogni rapporto con la realtà è ormai flebile come un filo di fumo. Ed è qui che il marito dovrà rassegnarsi all'idea che niente sarà più come prima, arrivando pure ad accettare un amore tanto effimero quanto infantile tra la moglie ed un altro malato. Un'ottima Julie Christie nella sua progressiva discesa negli inferi della malattia ed un efficace gioco ad incastro, dove entra anche la voglia di chi rimane a ricostruirsi una vita, sono i due ingredienti principali di un film che non ha la drammaticità di altre pellicole sul tema, ma che proprio nella lievità, quasi pudica, trova la forza per raccontare la perdita progressiva di contatto con la realtà. Così anche la neve che avvolge tutto diventa quasi metafora di una patina che ricopre ed anestetizza, rendendo tutto ineluttabile e definitivo.
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