Regia di François Ozon vedi scheda film
Nell’Inghilterra post vittoriana, una ragazza del popolo raggiunge il successo grazie a una serie di romanzetti rosa; sposa un pittore squattrinato dopo averne assunto la sorella come segretaria, ma poi arriva la guerra. Un’operazione di cui sfugge il senso: scegliere una protagonista infantilmente egoista e raccontarne la vita usando le stesse tinte pastello e gli stessi toni zuccherosi che lei usa nei suoi libri, senza aggiungervi neanche un barlume d’ironia. Angel resta impermeabile ai drammi personali e collettivi che pure la toccano: non ha la capacità di soffrire, riduce ogni cosa alla sua misura, affetta sentimenti pacifisti solo perché il marito si è arruolato; è megalomane come Snoopy, ma molto meno simpatica. Anche il tema di fondo, l’arte come mezzo per trasfigurare le crudezze della vita (evidenziato dal didascalico sottotitolo italiano), non viene mai trattato con la necessaria serietà. Un film accostabile per fatuità a Chéri di Frears. E Romola Garai, altrove apprezzabile comprimaria, non ha la statura della prima attrice.
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