Regia di Ash Brannon, Chris Buck vedi scheda film
I primi dieci minuti di Surf's Up: i re delle onde sono trascinanti: concepiti come un mockumentary, raccontano alternando finti filmati in bianco e nero e a colori (ma sempre animati) la vera storia del surf (come si sa, inventato dai pinguini) e la vocazione del protagonista, Cody, per questo sport. La struttura del film procede in parte così, con pseudo-interviste, riprese con finta macchina a mano eccetera, anche se dopo un po' deve rinunciare a questo spunto per seguire più tradizionalmente le peregrinazioni di Cody dall'Antartide all'isola di Pen Gu, dove si svolge ogni anno la gara di surf in memoria del leggendario Big Z. Il film, concepito come un vero tour de force creativo, dovrebbe segnare l'affermazione della Sony sul terreno dell'animazione digitale accanto a colossi come DreamWorks e Pixar. È difficile capire quanto questo lavoro così sperimentale possa sbancare il botteghino (senza dire che in Italia il pubblico non è molto addentro al filone del surf movie, sempre vivo negli Usa). Il film è di impressionante virtuosismo, anche se il suo fascino risiede nel trompe- l'oeil più che nella capacità affabulatrice e comica. Ci si diverte con intelligenza, comunque, e si rimane a pensare davanti a un film "teorico" e un po' inquietante nella contaminazione di generi, format e media. Una nota di merito va al doppiaggio italiano.
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