Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Un thriller magistrale. Il rigore registico di Cronenberg non si discute. Convincenti anche gli interpreti, soprattutto la Watts. L'ambientazione e il soggetto sono insoliti: un sordido intrigo di mafia russa nella Londra città aperta del terzo millennio. La fotografia è eccellente, così come in "History Of Violence", a mimetizzare inflessioni noir in un'estetica di per sè "naturalista". L'aspetto su cui invece ci sarebbe da discutere, osservando le vicende di questo film, è la "dimensione autoriale" del cinema di Cronenberg. Il regista canadese era partito col new-horror alla Romero, era passato a quello psico-ginecologico che rifletteva sui temi della mutazione genetica e sul rapporto perverso fra corpo e mente, lo aveva poi filtrato col melodramma, giungendo (a forza di astrazioni) a quella ragnatela di stati mentali deviati che era Spider...Fino a quel momento, mi pareva che il cine-percorso di Cronenberg, per quanto assai cangiante, aveva mantenuto una certa coerenza di sguardo e di contenuti. Gli ultimi due film invece...non saprei...personalmente faccio un po' fatica a collegarli con i precedenti, al di là dei rimandi esteriori (un esempio per tutti: l'abbraccio di Kyrill con l'autista in questo film viene dritto da quello dei gemelli di Inseparabili), dello straniamento, dell'alterità, dell'ambiguità con cui Cronenberg definisce i suoi personaggi e i loro comportamenti...In più, negli ultimi due film c'è anche una componente sociologica che rende la materia ancora più sfuggente...chissà, magari dovrò attendere ancora altri 4 o 5 film di Cronenberg per riuscire a comprendere pienamente il senso di un film come "Eastern Promises"...
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