Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Non sembra certo, a un primo colpo d'occhio, un film di Natale, così come non lo era, due anni fa, "A history of violence" : la nuova collaborazione tra David Cronenberg e Viggo Mortensen è un nuovo noir, con scene di una certa cruenza, che trova il suo apice verso la conclusione con un già molto chiacchierato scontro all'ultimo sangue in un bagno turco. Avanzando con l'età, l'autore di "Videodrome" sembra sempre di più appartenere a quella schiera di artisti e intellettuali che , pur parendo arciconvinti dell'ineluttabilità del Male, e della debolezza degli Uomini, tratteggiano invece messaggi di speranza negli stessi, e un umanesimo ruvido ma sentito, come Kubrick. Storia aberrante, che si tramuta in un racconto morale di sangue screziato, il film è elegante, girato benissimo e interpretato ottimamente da tutti, con una speciale citazione per il boss mafioso russo dagli occhi bonari e dalle azioni ripugnanti Armin Mueller-Stahl: seppur certi passaggi decisivi della trama possano rivelarsi discretamente prevedibili ( quali non dirò per non sciupare il gusto di un bellissimo film) la pellicola vale ancor più per quello che suggerisce tra le righe, oltre che ricercare speranza e pietà dopo tanta morte e spietatezza. E, nella scena della cena della donna centenaria al ristorante gestito dei cattivi, spicca un'allegoria del benessere limpidissima e dolorosa, pensando, per una torta che viene consumata con allegria e intonando una "Oci Ciornie" in coro, con tanto di occhi chiusi e mani sul petto, a quanto sangue e quanta nefandezza sia stata consumata , appena al di là della porta, per poter rendere possibile ciò.
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