Regia di Dario Argento vedi scheda film
La carambolesca rudimentalità di questo film (vogliamo chiamarlo film? E chiamiamolo film...) potrebbe indurre all'isterismo qualsiasi utente con media capacità di sopportazione. Dario Argento ci propina tutta la sua incapacità di spaventare, di scrivere, di affascinare. Ma in compenso ci allontana definitivamente da qualsiasi altra cosa abbia girato e che non sia stata, da noi privilegiati, ancora visionata.
Lo pseudo thriller metafisico - cui assistiamo sbalorditi soltanto per vedere quanta temeraria insipienza e grossolanità cinematografica riesca ad accumulare il nostro, sequenza dopo sequenza, con effetti ridicoli, inseguimenti patologici, dialoghi da oggi le comiche, trucchi e travestimenti da spettacolino di scuola dell'infanzia, ricerca del pathos stile anni trenta (non certo per omaggio all'epoca, ma proprio per ancoraggio stilistico al paleozoico...), ricorso al nudo accessorio per chissà quali psicopatie - ci lascia abbindolati davanti allo schermo, non bloccati dal terrore ma stupiti che nel ventunesimo secolo, era 3D, digitale a scatafascio ed elettronica da nausea, esistano ancora personaggi che facciano leva sul loro presunto appeal verso la scuola del thriller e su di una nicchietta sparuta di aficionados disposti a bersi di tutto gridando al capolavoro. Dovrebbe darsi ufficialmente al demenziale il nostro Dario, visto che ne sfrutta precetti e congegni, anche se, come direbbe il buon Scajola, a sua insaputa...
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