Regia di Dario Argento vedi scheda film
Non mi tratterrò molto nelle valli di lacrime di queste zone del web dove si considera uno dei più interessanti e particolari registi invariabilmente mediocre da oltre 20 anni. Perciò... Aspetti negativi: ingenuità e passaggi appiccicati in gran copia, ma si sapeva: Argento è puro sguardo, tanto vale rassegnarvici: perchè no? E "il cinema è troppo importante per lasciarlo in mano ai narratori di storie" (Greenaway). Aspetti positivi: un clima d'allucinazione, atmosfera concreta e onirica a un tempo, qualche delizia improvvisa per lo sguardo in movimento, e un'ispirazione che si muove sul cut-up di stati mentali del regista più sfacciatamente che mai; interessanti riferimenti a religione, misticismo e mitologia delle Madri; ed è curioso notare come l'universo di Argento, per quanto continui a essere venato di senso del metafisico (con l'evocativo, sia pur approssimativo motto "quello che vedi non esiste, quello che non vedi è la verità") continui a "evitare" radicalmente di toccare la presenza di Dio. Questo è un universo irrimediabilmente "abbandonato". Argento mette insieme qualche novità del cinema recente: la velocità "pulp" con il libero flusso di coscienza interiore. Si è parlato dei riferimenti a una realtà sociale violenta e oscura: forse proprio a questo si deve l'effetto-catarsi che mi è parso avere il film. Il film è uno dei migliori Argento degli ultimi anni, sia pur distante dai capolavori più ispirati: anarchico, tetro e "urgente" - e mi stupisce come si possa rimanere indifferenti alla sua visionarietà nichilista. Nota: il film l'ho gradito davvero, benchè non creda di essere uno scemo, ma soprattutto i miei non sono sofismi per giustificare chissà che cosa. La critica a "scomparti tecnici" è robetta, per me conta l'aspetto "poetico".
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