Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Un'altra giovinezza, quanto meno cinematografica, servirebbe a Coppola, l'unico autore che mi abbia fatto andare al cinema due giorni di fila per vedere lo stesso film (era Dracula, visivamente travolgente, sul grande schermo, almeno all'epoca). La giovinezza, purtroppo per Coppola e per chiunque altro, non torna né con i tuoni né con le saette, anche se dice il contrario questo film, che racconta la storia di un settantenne di Bucarest, centrato in pieno da un fulmine un giorno del 1938: la poderosa scarica elettrica gli dimezza prodigiosamente l'età.
È vero, com'è stato scritto, che non si debba per forza cercare la verosimiglianza in film come questo, tra mistica e fantastico, però c'è un limite a tutto. Tra citazioni del melodramma dell'epoca d'oro di Hollywood nonché del proprio cinema, Coppola, senza plausibili ragioni, ci porta in un viaggio a ritroso nella storia umana, lungo un itinerario un po' gratuito che dovrebbe condurre all'uomo "prestorico", ma che puzza parecchio di new age.
Peraltro le coincidenze cui ci pone di fronte il copione sono assai difficili da digerire e preferisco non addentrarmi in tutte le svolte drammaturgiche che solo una sesquipedale sospensione dell'incredulità può far accettare allo spettatore. Però c'è un episodio che mostra chiaramente la poca credibilità di quanto raccontato: il fatto che il professore universitario italiano di antropologia abbia un assistente più anziano di lui. Questo significa non conoscere l'Italia, ignorare il nepotismo imperante nelle sue università e sfidare le stesse leggi della fisica.
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