Regia di Henry King vedi scheda film
La storia di Jesse James trova in questo classico e folgorante western di Henry King la sua trasposizione più leggendaria e mitica. Un cast da urlo dove a fianco dei giovanissimi, ma già notevoli, Tyrone Power e Henry Fonda nei panni rispettivamente di Jesse e Frank James, spiccano Randolph Scott, nei panni dello sceriffo Wright, umano e intelligente uomo di legge, amico di Jesse e profondamente innamorato della di lui donna Zee, al cui fianco sarà tutte le volte in cui il bandito sarà nascosto, braccato e inseguito e John Carradine, nei panni di Bob Ford, il traditore, colui che per denaro, prima avviserà lo sceriffo su una rapina che la banda di Jesse sta per compiere, causando una violenta imboscata ai danni dei suoi compagni, poi vilmente ucciderà Jesse alle spalle. Da segnalare però anche la straordinaria prova di Henry Hull nei panni del maggiore Rufus Cobb, zio di Zee, uomo spontaneo, semplice e diretto a cui si devono i momenti più spiritosi ed ironici del film, con i suoi furibondi editoriali, sempre uguali, ma ogni volta diretti a categorie diverse: avvocati, governatori, sceriffi, dentisti...King non si preoccupa solo di raccontare una leggenda del West, ma si concentra soprattutto sul ritratto di un giovane, portato inizialmente alla violenza dai soprusi, dalle minacce e dall'arroganza dei potenti, in questo caso gli agenti delle ferrovie, disposti a tutto pur di costruire la ferrovia arrivando ad espropriare le terre ad onesti ed indifesi contadini, portandoli anche alla morte, come accadrà con la madre di Jesse. Jesse, inizialmente per vendetta saboterà e assalirà con la sua banda i treni, trovando l'appoggio, il sostegno, la simpatia e l'entusiasmo della popolazione, defraudata delle proprie ricchezze, irritata contro chi ha osato con la forza e l'inganno usurparla dei propri terreni. Non servirà poi il matrimonio con la dolce e sensibile Zee per riportarlo sulla retta via: la sua fama di assassino e fuorilegge sarà come un marchio che lo perseguiterà fino alla morte, i suoi ripetuti tentativi di costruirsi una famiglia si riveleranno inutili: splendida a questo proposito la sequenza in cui Zee, subito dopo avere partorito, senza che Jesse fosse al suo fianco, sfoga con lo zio tutto il suo dolore e la sua disperazione, rendendosi consapevole del fatto che vivendo con Jesse sarebbe sempre costretta a vivere come un animale in trappola, con l'ansia di uscire di casa, sempre in fuga, costretta a nascondersi. Anche i suoi compagni di scorribande, compreso suo fratello Frank, non accetteranno più la sua inaudita crudeltà, la sua testardaggine ed incoscienza nell'affrontare i colpi più pericolosi e audaci e nello sfidare con presunzione, superficialità e sprezzo del pericolo le forze dell'ordine: l'iniziale e giustificata ribellione contro i potenti era ormai degenerata e Jesse, a tutti gli effetti, era diventato uno spietato e discutibile bandito, un indomabile selvatico. Finale tragico e inevitabile per un'opera potente e appassionante, ricca di sequenze spettacolari e avvincenti, sceneggiata con estrema intelligenza e classe dal solito grande Nunnally Johnson, garanzia di qualità ed efficacia. Ebbe un seguito "Il vendicatore di Jess il bandito" diretto da Fritz Lang ed interpretato ancora da Henry Fonda e John Carradine, nonché da una giovanissima e sensuale Gene Tierney.
Voto: 7 e mezzo.
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