Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Una coppia agiata, dopo che lui rimane disoccupato, deve rinunciare al proprio tenore di vita. Ne seguiamo le vicende, simili alle prevedibili stazioni di una via crucis: tenere nascosta la cosa agli amici, cercare un altro lavoro riducendo sempre più le pretese, tentare di adattarsi alla nuova situazione, entrare in un circolo vizioso di incomprensioni e recriminazioni che porta allo sfaldamento familiare. Il film è anche più attuale ora di quando è uscito; però, come titoli quali Mi piace lavorare o anche Tutta la vita davanti, sconta una certa programmaticità: sembra che sia stato pensato come una miscela di ingredienti accuratamente dosati. Migliora verso la fine, quando lo scollamento del protagonista dalla realtà si fa drammatico (si chiude in casa a schiacciare bottiglie di plastica per “fare spazio”...); però, date le premesse, la conclusione poteva essere meno consolatoria. Forse il problema di fondo è che i personaggi non sono abbastanza simpatici: non si riesce a solidarizzare davvero con loro.
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