Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
E' da tanto che mi interrogo, da cinefilo, su quello che non va nel cinema italiano di oggi, perchè difficilmente mi appassiona ( ma anche dalle parti di Hollywood non è che si stia tanto in salute): vedendo tre titoli affatto di poco conto come "La ragazza del lago", "La giusta distanza", e questo "Giorni e nuvole", un pensiero mi ha colpito. E cioè: sembra la vita vera, questo cinema di pause troppo lunghe tra una frase e l'altra, di ambienti che non sanno di realtà quotidiana perchè emanano un qualcosa di artefatto, da cui traspira un'esteriorità di chi questo cinema lo realizza a quella verità dell'uomo di tutti i giorni che rende ogni sforzo un'impresa estenuante?A Soldini va dato il merito di intavolare un discorso che tratta di problemi pesanti, urgenti,come quella crisi sorda che sta attanagliando questo Paese, però c'è da dire che il suo nuovo lavoro ha la sua bella dose di superficialità. Albanese e la Buy, interpreti eclettici ed intelligenti, sono certo intensi, ma è soprattutto un problema di regia e sceneggiatura. Infatti, si va avanti per abbozzi, dell'evidente scesa nella depressione del personaggio dell'uomo con due scene si ritiene di aver detto tutto, la reazione idem: non per citare sempre i soliti, ma cineasti come Visconti e De Sica,con una scena come quella del crollo del protagonista sotto la doccia avrebbero preso lo spettatore per lo stomaco e strapazzatone il cuore. Ma, forse, è perchè sono cambiati anche, e non in meglio, anche gli italiani.
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