Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Sarà forse meglio considerare questo Il buio nell'anima non tanto come film di Neil Jordan, regista eclettico e spesso bravissimo; ma come tentativo di rilancio di Jodie Foster, ultimamente avviata a film o ruoli non proprio di prim'ordine. Qui l'attrice ce la mette tutta, e bisogna dire che la sua faccia funziona, nei limiti del possibile. Perché il film, diretto senza annoiare, è quel che è: un rozzo giustiziere della notte al femminile, costruito sulla metamorfosi machista della asciutta 45enne. Erica è una giornalista radiofonica che racconta gli angoli magici della New York notturna. E mal gliene incoglie, perché viene aggredita appunto in un angolino della città da dei teppisti, che le uccidono il fidanzato e la mandano in coma. Traumatizzata, compra una pistola e finisce giustiziera per caso, ma ovviamente ci prende gusto. Un poliziotto la sgama, ma la sua flebile difesa della legalità cede subito alle ragioni dell'action e dell'attacco preventivo. Quel che colpisce non è tanto la volgarità ideologica, o lo scivolone morboso (tipo un montaggio alternato sesso/tavolo operatorio, o battutacce da sotto-telefilm), quanto l'assenza di ambiguità, che non ci si aspetterebbe dal regista di Mona Lisa, In compagnia dei lupi, La moglie del soldato, maestro nell'arte di spiazzare.
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