Regia di Adam Shankman vedi scheda film
Versione musical del film di John Waters , la vicenda dell’inarrestabile teenager anni ‘60 Tracey Turnblad, con tanto grasso quanta voglia di vivere e danzare nel “Corny Collins Show” alla televisione, fino a scatenare una battaglia contro le discriminazioni razziali che all’epoca imperversavano nelle TV USA presentava, riproposta nel 2007, non pochi problemi. Se il film di Waters era una surreale trasfigurazione del periodo in cui l’America era fermamente convinta di essere felice (covando innumerevoli serpi in seno), questa volta si è privilegiato più lo spettacolo fine a sé stesso che la sua carica satirica. Certo, la confezione è scintillante e le coreografie estremamente seducenti (occhio ai titoli di coda!); si è perso però un po’ per strada il vero senso del precedente Hairspray, la sua sgangheratezza che però metteva veramente a nudo l’ipocrisia sostanziale della Baltimora sinizio Sixties. La stessa Edna Turnblad (mamma di Tracey) –John Travolta è perfetta dal punto di vista prostetico, ma non è il dolente e grottesco clown travestito Divine. Insomma, sembra a volte di trovarci di fronte ad un “Grease” un po’ più birichino, con Travolta che fa la mamma di Danny Zuko. C’è solo una donna, in tutto il film, ad essere autenticamente “Watersiana”, ed è Michelle Pfeiffer. Nel ruolo di Velma Von Tussle si scatena nella azzeccatissima interpretazione di una ex miss inacidita che vuole a tutti i costi fermare i tempi che stanno a-changing pure a Baltimora.
Con l’espressione rigida e sprezzante di chi è tenuta su dall’establishment e dalla lacca per capelli, Velma-Pfeiffer ruba la scena in più momenti del film, vedi in “Miss Crab Baltimora” in cui racconta la sua irresistibile ascesa a qualunque prezzo. A parte lei, Hairspray non si permette di graffiare troppo, dando l’impressione di molte commedie da un po’ di tempo a questa parte: molte buone intenzioni, ma risultati a schiuma frenata.
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