Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Una lezione sul miglior modo di sprecare un ottimo spunto biografico in un film totalmente privo di fascino e di passione. La rappresentazione dei sentimenti e della sofferenza è superficiale e stereotipata, il talento musicale viene banalizzato, ridotto a semplice capacità tecnica di esecuzione, mancano la profondità dell'ispirazione e la connotazione individuale ed insondabile del tormento d’artista. L'evoluzione psichica del protagonista emerge sporadicamente, sotto forma di sprazzi di intemperanza e tristezza, senza alcun apparente filo logico. In definitiva, questo "Piano, solo" si risolve in una bella fotografia spalmata di una robusta colonna sonora; sotto, purtroppo, c'è il vuoto. Come dire: il companatico servito senza il pane. Un prodotto che non va oltre gli standard mediobassi della divulgazione popolare, e non rende giustizia alla ricchezza della personalità ritratta.
Di qualità, spazia dal classico al jazz, con l'aggiunta di sonorità africane.
Una recitazione nervosa e concitata, ma tale è il suo stile.
Esibisce un'espressività intensa e naturale
Una piccola parte, ma una grande interpretazione, che svetta come un faro su tutto il resto.
Fa del suo meglio, ma la parte è inadatta a lui, e il risultato lascia molto a desiderare.
Nonostante gli squisiti ingredienti a portata di mano, sbaglia la miscela che potrebbe creare la suggestione.
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