Regia di Frank Oz vedi scheda film
Frank Oz inscena una commedia nera, caustica e pungente al punto giusto, che parte come una comedy inglese e finisce con lo spirito goliardico e sboccato di alcune commediucce americane. Tutto il film ruota attorno ad un “funeral party”, ossia una delle classiche feste che gli anglosassoni organizzano per salutare la dipartita di un proprio caro. Si va dall’allestimento della camera, alla venuta degli “invitati”, dal sermone del prete, alle varie vicissitudini che quest’evento, socialmente molto particolare, naturalmente comporta. I personaggi sono ben delineati: i figli del defunto, agli antipodi per molti aspetti, l’inconsolabile vedova (forse la caratterizzazione peggio riuscita perché più trascurata), gli amici “inattesi”, lo zio rompiscatole, parenti che non si vedono da tempo e si rincontrano proprio in quest’occasione (con relative conseguenze).
“Funeral party”, come anticipato, inizia con gran lentezza: poche gag ed un umorismo tipicamente inglese fatto di battute soft che non fanno ridere che dentro i confini della Gran Bretagna; poi il film prende ritmo, i personaggi tirano fuori il proprio carattere e la minestra è servita! Oz, in maniera inattesa, arriva addirittura al “politically uncorrect”, facendo leva su situazioni scontate, ma di sicuro successo: l’invitato drogato, il vecchio incontinente, il nano sfruttatore. E le risate si sprecano, così come alcune scene rivoltanti…
Peccato per l’organizzazione dei titoli di testa (originali, ma alla lunga stucchevoli) e per qualche eccesso-eccessivo, ma per il resto Oz centra l’obiettivo e realizza una “black comedy” in chiave moderna degna di nota.
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