Regia di Christopher Smith vedi scheda film
Prima o poi bisognerà riflettere come si deve su questa nuova onda horror (ma non solo) ambientata e girata nell'Europa dell'Est di oggi, col suo passato di violenza ingombrante, con una contemporaneità che non è in grado di sistemarsi, con storie e Storia a pezzi di difficile organizzazione. Il lavoro di squadra che Severance mette in scena, e che finisce per sfaldarsi in rivoli di sangue, è specchio non soltanto dei rischi dell'occidentalizzazione (su cui bene o male ormai s'è detto tutto), ma soprattutto dell'impossibilità odierna di una coagulazione comunitaria. Se di sistemi si può parlare in teoria, di certo non si può campare nella pratica: che sia territorio "straniero" o no poco importa, non riusciamo più a fare gruppo. E va alla malora ogni civiltà possibile: la barchetta degli improbabili sopravvissuti, alla fine, sembra appartenere difatti a una fotografia di pionieri. Un bel salto per il regista di Creep - Il chirurgo, che fa dell'ironia efficacissima, sa sconfinare all'improvviso e con sicurezza nel dramma orrifico, e centellina saggiamente il gore. Un "taglio del personale" (letteralmente, severance) che guarda al genere con grande sagacia, e che medita - seppur da prodotto commerciale - sulle liquidazioni che il mondo in cui viviamo si vede costretto ad effettuare.
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