Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
Una sorella sposata è sterile e desiderosa di avere un bambino, l'altra rimane incinta quando non vorrebbe. Perché dunque non.... .....senza dire niente a nessuno?
E' un piccolo riuscito film, che Ulmer dirige con la consueta professionalità e inventiva, valorizzando i finanziamenti modesti e l'assenza di divi. Infatti questo regista ci ha abituati a buoni risultati raggiunti con poco, l'opposto cioè di quello che molti suoi colleghi fanno oggi. Se tecnicamente il film dunque è buono, interessante e originale è la trama e i problemi da essa sollevati: ad esempio il tema della bugia che vorrebbe sistemare un grosso problema per tutta la vita, o l'essenza della maternità e del legame tra madre e figlio, che nessuno può ingnorare. Accanto a ciò, come altre volte nel regista ("Detour") il caso o il destino giocano brutti tiri, e una fortuita coincidenza può segnare in modo significativo la vita di più persone.
La situazione intricata che si crea tra i personaggi, tra segreti e bugie, porta alla luce sia la verità dei fatti (la maternità) che le molte ombre che specialmente le due sorelle si portano dentro. Quella sterile svela a poco a poco un considerevole egoismo e una tangibile meschinità, mentre l'altra col bambino si mostra prima sconsiderata nel cedere il figlio alla sorella, e poi priva di scrupoli quando decide di riprenderselo. Per la verità all'inizio le due donne sono brave persone, ma poi stringono un patto scellerato che forse è il vero fattore che le corrompe dentro, e le porta a comportamenti per nulla nobili.
Il regista ci tiene col fiato sospeso fino alla fine e, specie nell'ultima scena, lo fa così sfacciatamente che il suo gioco appare persino un po' beffardo.
Bravi gli sconosciuti (o quasi) attori. Averne altri di Ulmer, oggi.
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