Regia di Robert Wise vedi scheda film
Tratto da un celebre racconto di Robert Louis Stevenson, famoso per romanzi quali Lo Strano Caso del Dr. Jekyll Mr. Hyde e L'Isola del Tesoro, La Iena propone un contrasto tra valori tra loro contrapposti. Il male e l'eticamente riprovevole (terribile la scena dell'uccisione di un cagnolino che veglia la tomba del suo padroncino) vengono visti quali via d'accesso per fare del bene. Due dottori, aiutati da un viscido vetturino ladro di cadaveri, riescono a curare da una paralisi alle gambe una giovane bambina. Per riuscire nell'intento e comprendere il giusto modo di eseguire l'operazione, studiano sui corpi trafugati dal vicino cimitero e fingono di non sapere che gli stessi sono il frutto di omicidi orchestrati dal soggetto loro incaricato di recuperare i corpi. Il male però serpeggia nelle anime sia del vetturino (un laido che si diverte a ossessionare i committenti) che del dottore che conduce l'intervento, sempre più ossessionato dalla presenza e dall'influenza del collaboratore. Appare invece debole l'assistente del medico, che pure vorrebbe sottrarsi dalla prassi dei furti dei cadaveri ma subisce il plagio del luminare.
Gestito in un perenne clima di chiaro e scuro, con qualche vago rimando all'espressionismo tedesco (la scena dello scontro tra Karloff e Henry Daniell, con le ombre che lottano riflesse su un muro), giunge al suo apice nell'epilogo (ottimamente fotografato durante una notte di tregenda) che si presta a una visione di carattere soprannaturale, lasciando allo spettatore la possibilità di interpretare come meglio crede.
Eccezionale la prova di Boris Karloff che ruba la scena ai due protagonisti. In un piccolo ruolo appare anche Bela Lugosi, star del cinema horror degli anni trenta.
Il racconto di Stevenson, alla base del film, ebbe la sua ispirazione dalla cronaca nera scozzese e, più in particolare, dai crimini della coppia Burke & Hare e funse da ispirazione ad Howard P. Lovecraft per la stesura del racconto Herbert West, Rianimatore.
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