Regia di Doug Lefler vedi scheda film
Vedendo L'ultima legione in lingua originale (inglese, non latino) all'inizio, tra bassifondi, accenti vagamente cockney e bambini maltrattati, sembra più Dickens che Asterix. Invece siamo proprio in quel di Roma, in piena decadenza dell'Impero, con i goti dello scozzese Peter Mullan che dopo aver messo a ferro e fuoco la città rapiscono il giovane discendente di Cesare e lo rinchiudono nella fortezza di Capri. Alla guerriera bizantina Ashwarya Rai, all'improbabile druido Ben Kingsley e al legionario Colin Firth, il compito di liberarlo. Premesso che il piccolo Cesare è destinato a trovare una spada tipo Excalibur, grande è la confusione sotto il cielo di Roma. Un fumettone che sarebbe pure innocuo se non esagerasse nel kitsch, con trovate scenografiche involontariamente ridicole (tipo: che ci fanno tutte quelle colonne e statue diroccate sulle spiagge della costiera amalfitana?) caratteristi perennemente sopra le righe, personaggi definiti un tanto al chilo e recitazione - ci perdonerà Sir Ben Kingsley - da filodrammatica in libera uscita. Per non parlare di quei tocchi di digitale che rendono certe scene surreali... Co-sceneggia Valerio Massimo Manfredi (da un suo libro) e ci si domanda se si sia accorto del pasticcio nel quale si è cacciato.
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