Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film
Una ragazza appena ventenne viene trovata morta in una strana posizione sulla sponda di un lago nei pressi di un paesino friulano. A occuparsi del caso è un ispettore campano (un Toni Servillo capace dell'ennesima interpretazione maiuscola), con una figlia irrequieta e una moglie in clinica, dove è ricoverata da quando ha perso la memoria. Nel corso delle indagini il commissario viene a contatto con l'omertà e la reticenza della gente del paese, scoprendo molti altarini nascosti.
Proveniente dalla scuderia della Sacher Film (è stato assistente di Moretti, Calopresti e Luchetti), Andrea Molaioli rivela al suo esordio un notevole talento narrativo. Il film, tratto dal romanzo norvegese "Lo sguardo di uno sconosciuto" di Karin Fossum e sceneggiato da Sandro Petraglia, veste di giallo il tema della rimozione: di una malattia gravissima, di un handicap fisico o mentale, della perdita di un figlio che non si sopportava. Un'inequivocabile opera d'autore, memore della lezione di Elio Petri, caratterizzata dalla finezza dell'osservazione psicologica, dal registro dimesso e minimalista, a tratti afasico ma purtroppo servita da una colonna sonora stridente e perennemente sopra le righe.
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