Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film
L'esordiente Molaioli deturpa come Meglio non si potrebbe una sceneggiatura di per sè ricchissima di suggestioni. Questa favola asfissiante e palustre di bambini Mai Voluti, o Voluti Troppo, agitata da fantasmi innocenti, o da essi cullata, umidissima e asciutta, finisce per morire annegata dalla maestria-d'-accademia del prototipo del regista/studente/modello che è, evidentemente, Molaioli. E' un fenomeno triste, e strisciante, questo dell'invasione degli ultra-corp(orativ)i, il villaggio dei Dams-nati. Gente che sarà indaffaratissima, che raccimolerà premi ai festival (non più) d'Arte, che - bestemmia se ce n'è una - "metterà d'accordo critica e pubblico" (!) Ma che, a conti tutti da fare, non diverrà mai Autore. "La ragazza del lago" è esempio di 'trash' nell'accezione più propria, e severa. E' coacervo grumoso e mal 'digerito' di tanti, troppi 'topoi' e stilemi assortiti del noir poliziesco più classico. E datato. Ma il make-up alla lunga evita di reggere, si squaglia, colando impietoso lungo le architravi 'falegnameristiche' proprie della fiction più s(t)olida. Dietro la patina poco novelle e molto vague del volenteroso - neanche troppo - Molaioli, fa imbarazzante capolino la sagoma, da troppi rimpianta, dell'artigiano del b-movie col gusto del manierismo. Fernando Di Leo avrebbe fatto di meglio. Umberto Lenzi, no. Servillo, ai suoi minimi storici ed ovviamente incensato, pare più trapassato della vittima (da non leggersi come "ebbi vittimato", si badi bene), e Gifuni (ma di lui già sapevamo) glI è degno compare d'atrofia. Ciò in ossequio al tanto reclamizzato rigor-mortis-interpretativo che i Soloni della critica egemone amano tradurre con "asciutto lavorìo di sottrazione". Evviva l'Accumulo! Si salva solo Baliani. Ed il sorriso terrifico della Bonaiuto. i classici sei minuti di respiro che non bastano a salvare un film dal fiato corto dall'asfissìa.
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Concordo, tranne che per "Servillo ai minimi storici"....."patina poco novelle e molto vague" frase azzeccatissima!!!
Al "villaggio dei DAMS-nati" (da oggi mi permetterò di rubarti l'espressione, che già amo) non ci insegnano nemmeno a montare un treppiedi, non è negli obbiettivi del corso. Ciò non toglie che probabilmente un DAMS-nato, come me, avrebbe girato La ragazza del lago con la stessa accademica seriosissima mancanza di personalità. Come spesso accade, il problema non è nel plot ma nel conformismo della messa in scena, nei serissimi vezzi autoriali e attoriali che trasudano da ogni inquadratura, nemmeno riscattati da un po' di sana ironia, o meglio ancora del sanissimo sarcasmo.
e pensare che il molaioli è pure amico-de-la-mi-màmma (astenersi da battutacce, prego)
e........ or che ci penso......... ho passato alcuni dei più bei momenti della mia infanzia a casa-baliani !!! ahaahaahah.... comecazzofaccio, da UN grado di separazione dal jet-set, a perire proletario, ancora è da capire.......... :)
Nessun grado di separazione canta Francesca Michielin
Andrea Molaioli questo film, poi Il gioiellino stop ora solo serie TV
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