Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film
Come nei romanzi di Simenon e nei film di Chabrol, l'indagine poliziesca in sé conta molto meno del contesto umano e sociale nel quale si svolge. L'ambientazione rarefatta del paesaggio prealpino, poi, rimanda anche a Dürrenmatt, mentre la messinscena nel suo complesso non può non ricordare il nuovo cinema italiano d'autore, alla Garrone e alla Sorrentino. Con l'intento di rifiutare qualsiasi soluzione che possa risultare rassicurante, l'ottimo esordiente Molaioli esagera, semmai, sul versante opposto, creando una serie di elementi disturbanti nel campo dell'indagine e in quello della vita privata del poliziotto. Così si affastellano bambini morti e baby sitter maliziose, mogli pazze e allenatori satiri, handicappati in sospetto di pedofilia e bravi cittadini che risolvono i problemi con la morte altrui. Il film è comunque ben riuscito (seppure, forse, alquanto sopravvalutato), anche grazie ad attori come Toni Servillo, il cui unico rischio è, oramai, quello di gigioneggiare in quel suo minimalismo recitativo. (7 maggio 2008)
Il cadavere di una ragazzina viene ritrovato sulle sponde di un lago, nei pressi di un paesino del Friuli. Il primo sospettato è il fidanzato, ma le cose sono sempre un po' più complicate di come sembrano.
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