Regia di David Silverman vedi scheda film
Questa recensione si annuncia piuttosto breve, per almeno un paio di motivi. Primo: non conosco a sufficienza i Simpson per poterne dissertare nel dettaglio, dato che la serie televisiva non l'ho mai frequentata con assiduità. Secondo: la fama e l'intelligenza satirica del cartoon americano sono conclamate e dunque sul valore creativo e l'efficacia di questi personaggi c'è ben poco da discutere. Il parallelo fra Simpson e Peanuts viene quasi spontaneo, per quanto l'America che ne viene rappresentata è alquanto diversa nei due rispettivi casi. Schulz aveva dato voce all'animo minoritario intellettuale e liberal del popolo americano, mentre Groening al contrario ha disegnato il lato piu' becero e da maggioranza silenziosa, ignorante, egoista ed opportunista della Nazione. Il quadro che Groening traccia dell'America di oggi è sconfortante: potremmo definirla quasi una civiltà "sazia e disperata" (mutuando un termine che "qualcuno" creò a Bologna anni addietro), lobotomizzata dall'abuso compulsivo di tv e consumismo. Ed è straordinario constatare come un prodotto satirico altamente corrosivo e feroce nei confronti delle manìe (religiose, sociali, politiche) del cittadino medio-mediocre americano, abbia poi ottenuto un successo di portata globale. Secondo i detrattori, questa fama è invece proprio l'indice inequivocabile che "i Simpson non graffiano piu'", nel senso che l'acquisita immensa popolarità ha nuociuto alla loro incisività anarcoide: io, che non ho gran dimestichezza con la serie televisiva, basandomi dunque su questa coloratissima e sulfurea pellicola, devo dire che dissento da chi giudica i Simpson attuali un pò "annacquati". Anzi, credo che il film raccolga e sintetizzi perfettamente lo spirito critico originario del prodotto Simpson, e che la potenza corrosiva e la visione acida della deriva ottusamente priva di autocritica a cui il capitalismo ha condotto la Grande Nazione, siano ancora splendidamente intatte ed efficaci. Perfino un fan dell'ultim'ora come il sottoscritto, dunque non "uno che sa tutto sui Simpson", si inchina di fronte al genio caustico di mr. Groening. I detrattori a cui accennavo prima, spesso portano come esempio della "decadenza" dei Simpson la maggiore cattiveria di serie come South Park o i Griffin: io trovo che -in certi casi- la satira abbia ecceduto, spingendo eccessivamente sul pedale del cinismo, finendo in fondo per alimentare un clichè, cercando di andare sempre un pò "oltre", sconfinando nella banalità quando si cerca "l'effetto-delirio". Al contrario, coi Simpson, si è riusciti a realizzare un buon equilibrio tra "vetriolo" e buon gusto, tra sana cattiveria e "icona pop". In definitiva, un film esilarante e super godibile, che si segue alternando il riso al sorriso e alla ghignata, dall'inizio alla fine. La fruizione senza noia è garantita anche dalla congrua durata della pellicola (appena 87 minuti): breve ma intenso, come si usa dire. Ah, una raccomandazione: alla cassa del cinema non scordate di ritirare un gadget promozionale davvero divertente, la "Guida alla Città di Springfield"
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