Regia di Mennan Yapo vedi scheda film
Pochi sono i film drammatici in cui il lato oscuro della trama emerge fin dai primi minuti. Singolare il fatto che Mannan Yapo non ci marcia troppo sul fallimento di un matrimonio che da tempo era terra incoltivabile, cosa che accade spesso in altri film di questo genere, ma lascia una chiarissima immagine di un sentimento smarrito nella mente del contemplante. Il montaggio accademico e snaturato nella sua naturalezza, con le sue continue dissolvenze: dalla luce al buio, dalla notte al giorno, anticipa la fine, la fine di una vita, la fine di un amore, un amore che quando sta per scomparire del tutto eccolo lì che ricompare più splendente di prima ma nemico del destino che gli chiede un sacrificio, un sacrificio di una vita in questo caso. Qui abbiamo il più grande passaggio mistico: dalla morte alla vita. La morte di un marito e l'imminente nascita di un miracolo custodito nella pancia,(idea della Bullock) unica premonizione a cui sua moglie non assistette mai.
Una delle migliori interpretazioni di Sandra Bullock, che compare in ogni sequenza. Primi piani infiniti di nauseante bellezza, fotogrammi memorabili di un'espressione dolcemente affranta ma maledettamente incandescente nella sua freddezza.
Per finire, i rami che tracciano i lineamenti del suo viso tra le nuvole è una genialità.
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