Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Un discorso per immagini sulla storia recente, che non è tanto quella della politica, quanto quella di tutti. Un discorso in movimento, come la musica, che, quando crea, incanta, fa tendenza, e poi improvvisamente cambia, può suonare come un tradimento. Ma, per un artista, evolversi, adattarsi via via alla realtà esterna e al proprio stato interiore, non significa necessariamente rinnegare il passato. Significa, invece, scrollarsi di dosso un'etichetta, staccarsi da un'immagine obsoleta, decidere, insomma, di essere altro per continuare ad essere se stesso. È in questo processo che si esprimono la libertà, la sincerità e la coerenza, anche quando si tratta di mettere da parte i sogni giovanili, pubblici e privati, nei quali si è pure fermamente creduto. "Io non sono qui" è l'amaro ritratto postumo della "beat generation", di una generazione "on the road" che ha capito a proprie spese che il "ritmo" e la "strada" altro non sono che i simboli della forza motrice della vita, che ci spinge ad andare sempre avanti. Intanto i frutti delle nostre azioni rimarranno, in eterno, come e dove li abbiamo lasciati, ragion per cui la nostalgia è un lusso doloroso e inutile.
Perfetta nei panni maschili. Una performance superlativa.
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