Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Haynes aveva gia'dato prova di se 'in campo musical cinematografico con una rilettura per nulla banale del fenomeno glam rock fatta nel suo esordio,Velvet Goldmine,film purtroppo assai sottovalutato.Qui si spinge oltre,molto oltre rischiando di tagliar fuori una fetta consistente di pubblico.Questo è un film dalla struttura originalissima,una specie di trattato sull'alter ego declinato con un talento fuori del comune che riesce a trovare uno stile radicale,senza compromessi.Il film che più mi sembra vicino a questo per filosofia è Palindromes del fenomenale e purtroppo misconosciuto Todd Solondz.Anche qui vari attori diversi(ma diversi in tutto,sesso,razza,eta')impoersonavano in varie fasi lo stesso ruolo.Qui la differenza è che il vero Dylan si vede solo in una fuggevole scena nel finale:tutte le varie impersonificazioni che vivono fasi della vita che lui ha vissuto non sono Dylan ,non si chiamano Dylan:sono alter ego che vivono la sua vita a cui accade cio'che è accaduto a lui.E mentre ci sono alcune fasi perfettamente intelleggibili della sua vita altre,almeno per me sono avvolte nel mistero,soprattutto l'impersonificazione da parte di Gere ,un Willy the Kid vecchio e stanco al cospetto di un ex amico, Pat Garrett,ancora piu'decrepito di lui,ridotto su una sedia a rotelle ......Tra i vari attori impressionante la performance della Blanchett che lo emula alla perfezione,si arriva quasi ai livelli della mimesi assoluta,si imita la voce ,persino il modo di camminare...Il film stilisticamente è proiettato nel futuro,alterna il bianco e nero col colore in modo costante,è aiutato dalla bravura degli attori e splende decisamente di luce propria....Può darsi che tra qualche anno sara'considerato una pietra di paragone per un nuovo tipo di cinema....
bravo
parte ermetica
impressionante
ottimo come al solito
immenso talento
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