Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Mi sto scervellando da giorni su cosa scrivere di I’m not there… la versione sintetica è che si tratta di un brutto film… per la versione estesa mettetevi comodi, perché ce ne sono di cose da dire... Prima di tutto un film che ha bisogno del libretto di istruzioni, dove ti devono spiegare che ci sono sei personaggi che in realtà sono i diversi aspetti di una sola persona… insomma in un film così c’è qualcosa che non va. Poi a me il menestrello non è mai piaciuto e dopo questo film francamente i conti tornano…Dei sei personaggi alcuni sono proprio forzati e inutili.. cate blanchet che indubbiamente interpreta il ruolo più concreto e interessante gigioneggia senza soluzione di continuità. La galleria dylaniana restituisce l’immagine di un personaggio dalla personalità complessa ma più che altro di un grosso rompicoglioni con il quale non vorresti mai avere a che fare nella vita. Insomma Bob Dylan è insopportabile, ha la voce gracchiante ed è pure bruttino… questo è ciò che esce dall’esaritratto. Per il resto la durata di due ore arriva a dei vertici di noia come raramente si sono riscontrati altrove. Il fastidio della visione è stato qualcosa di veramente irritante.Insomma un film insopportabile che però nessuno ha il coraggio di stroncare apertamente per una sorta di autocensura… non si può parlare male di bob dylan e nemmeno di di todd haynes. Ora… capisco le riserve su todd haynes…. Che velvet goldmine mi era piaciuto da impazzire (oltretutto aveva avuto il merito di lanciare jonathan ryss meyers…) ma bob dylan… lui bisogna proprio ammetterlo che è pesante… Insomma io sconsiglio vivamente la visione di I’m not there…. Poi voi fate un po’ come vi pare ma almeno cercate di mantenere una ragionevole capacità critica o il menestrello vi fagociterà senza pietà… Volevo essere più caustica ma sto film è riuscito momentaneamente a farmi perdere il gusto di stroncare le schifezze a cui malauguratamente, occasionalmente, assisto… Anche solo per questo I'm not there meriterebbe il rogo!
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Cara Marlucche, leggo spesso le tue opinioni perché, indubbiamente, sai scrivere. Verve e humour non ti mancano. Su questo film, tuttavia, mi hai profondamente deluso. Non amare Dylan è senza dubbio legittimo. In tal caso, però, sarebbe preferibile astenersi . Faccio un esempio: a me non piacciono John Travolta e i Bee Gees, ma mi guarderei bene dallo stroncare “La febbre del sabato sera”, sapendo che a tante persone sono graditi, che per molti quella musica ha significato qualcosa, qualcosa che evidentemente a me sfugge. Mi astengo quindi dal parlarne, anzi, non vado neppure a vedere il film. Può criticare un’opera di Picasso chi detesta la pittura? Si rischia di apparire come taluni secondo i quali le musiche di Mozart e Beethoven servono solo ad addormentare. Secondo me, questa volta sei scivolata sulla classica buccia di banana, ma questa – lo riconosco - è l’opinione di un dylaniano perso. Naturalmente, continuerò a leggerti con molto affetto.
P.S. - Nel 2008 c'è ancora chi vorrebbe mandare opere al rogo?
interessante stroncatura,anche se non sono d'accordo :)
Assolutamente d'accordo con la recensione. Un film ostentatamente e pretenziosamente artistico e inutile su un personaggio che più farlocco non si può (come ha anche commentato Joni Mitchell).
Uno stronzo che ha sfruttato la malattia di Woody Guthrie per farsi insegnare come scrivere le canzoni. Poi si è atteggiato a sinistrorso per fare carriera e una volta fatti i soldi ha buttato la maschera mostrandosi per il fascista che è.
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