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Callas e Onassis

Regia di Giorgio Capitani vedi scheda film

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La recensione su Callas e Onassis

di mm40
1 stelle

Ascesa e declino, luci e ombre su Maria Callas, cresciuta fra Grecia e Stati Uniti, divenuta popolare in Italia, schiava di un successo sfibrante e vittima di un'educazione ultrarepressiva, ma soprattutto inestricabilmente legata in un amore tempestoso come quello con il magnate Aristotele Onassis.

 

Non male l'idea, malissimo la sua realizzazione: la biografia della Callas è tutt'altro che cinema, è televisione e della peggior specie, di quella commerciale - non a caso si tratta di una fiction Mediaset - e sbracata, lacrimevole e facilona, preda di fisime strettamente correlate a questioni di audience. Il lavoro - due puntate di circa cento minuti ciascuna, per un totale di quasi tre ore e mezza - parte già con il piede sbagliato all'atto di formare il cast: traballante la protagonista Luisa Ranieri, non male la controparte maschile (Onassis) Gerard Darmon, discutibili Anna Valle/Jackie Kennedy e Serena Autieri, con la costante insopprimibile di una direzione degli attori evidentemente lacunosa. In una scena vengono alternate perfino le battute della presa diretta (sulla Ranieri) e del doppiaggio (su Darmon), con un esilarante effetto che rileva appieno la maniera dilettantistica in cui l'opera è stata realizzata. In ruoli marginali compaiono anche Orso Maria Guerrini e Gabriele Ferzetti; la sceneggiatura è di Laura Ippoliti, Maura Nuccetelli e Lea Tafuri: pura agiografia costellata di momenti superpatetici (la visita alla madre anziana è il sorprendente apice di tanta bruttura). Capitani, dal canto suo, è giunto ormai agli ottant'anni e da tempo vivacchia sfornando prodottini televisivi di simile fattura: difficile attendersi di meglio. Ma rimane l'idea che sarebbe stato più opportuno omaggiare la soprano di origine greca tacendo, piuttosto che insultandola a questo modo. 1/10.

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