Regia di Mike Binder vedi scheda film
Gli americani (quelli del Nord) riescono a serializzare anche le tragedie. Come è ormai risaputo, l'attacco dell'11 settembre 2001 ha già arricchito una filmografia che ha creato un nuovo filone, da World Trade Center alla 25ª ora. Come accadde per il Vietnam, anche in questo caso si stanno espandendo dal tema altri sottotesti, come quello dei reduci, delle vittime trasversali e indirette del clamoroso atto terroristico di sei anni fa esatti. È il caso di Reign Over Me, che racconta di un uomo che ha rimosso la perdita (su uno degli aerei schiantatisi sulle Torri gemelle) della moglie e dei figli. Ora vive in un'altra dimensione, chiuso in casa a giocare a un sinistro videogame che evoca mostri e mostruosità, a collezionare vinili in memoria di un tempo felice che non c'è più, a girovagare senza meta per New York in sella a una specie di monopattino a motore. È in una di queste scorribande che viene intercettato da un vecchio amico d'università, ora dentista benestante con bella casa e famiglia perfetta. L'incontro rompe il noioso equilibrio della vita del medico e sconquassa l'equilibrio precario del vedovo. Un bel film intimista, che svela l'altra faccia di Adam Sandler (per la più conosciuta vedi recensione di Io vi dichiaro marito e... marito nella pagina a fianco), una Liv Tyler cresciuta, un Don Cheadle kasdaniano e una colonna sonora da urlo, con la canzone degli Who che dà il titolo al film che arriva dritta dritta da Quadrophenia e da «quelle spiagge baciate dal mare».
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