Regia di Mike Binder vedi scheda film
Un uomo che ha perso moglie e figlie negli attentati dell’11 settembre, e che da allora si è estraniato dalla realtà rifiutandosi di ricordare il passato; un suo vecchio compagno di università, solo apparentemente felice e realizzato; una bella divorziata un po’ fuori di testa. Film vagamente kasdaniano, per come racconta l’elaborazione di un lutto collettivo (ma può essere considerato anche una versione aggiornata di La leggenda del Re Pescatore): sceglie opportunamente di girare intorno al trauma epocale rappresentato dall’11 settembre e, come per es. La 25° ora o La terra dell’abbondanza, se ne serve come pretesto per parlare dei malesseri esistenziali di un’intera nazione. Però i personaggi hanno poco spessore, lo svolgimento è meccanico e prolisso; ridurre tutto alla vicenda di un disturbato mentale, che forse recupera un equilibrio grazie alla psichiatra Liv Tyler (che non a caso è l’unica ad apparire sana, perché è l’unica della cui vita privata non si sa nulla) e alla virtù della solidarietà, con le coppie che alla fine si dispongono ordinatamente nelle rispettive caselle, è un modo banalmente scolastico di risolvere il problema. Per fortuna nella sequenza del tribunale c’è il giudice Donald Sutherland che vivacizza la situazione.
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