Regia di Claude Berri vedi scheda film
I due film, di cui il secondo è la continuazione del primo, hanno il fascino dei romanzi d'appendice, ma fatti con buon mestiere e recitati molto bene. La vicenda è degna di una telenovela o di un melodramma: il ricco Papette (Montand), tornato dalla guerra in Africa, non si è mai sposato e dedica affetto e speranze di successione al nipote Ugolin (Auteuil), strano e succube dello zio; quando arriva in paese un estraneo, Jean de Florette, per occupare e lavorare la terra ereditata dalla madre Florette che anni prima era emigrata misteriosamente, Papette convince Ugolin, che stava facendo amicizia con Jean, a ostruire la sorgente che porta acqua alle sue terre, per costringerlo a svenderle; Jean resiste, porta faticosamente acqua ogni giorno per irrigare, finché si ammala e muore; la moglie svende e parte con la figlia Manon che, prima di partire, vede di nascosto i due che riaprono la sorgente, sghignazzando alle spalle del defunto Jean. Nella seconda parte Manon vive da selvaggia pastora sui monti attorno al villaggio; Ugolin se ne innamora perdutamente; Manon scopre per caso che tutto il paese sapeva della sorgente, poi ne trova a monte l'origine (si trattava di una risorgiva) e l'ostruisce assetando sia Ugolin che il villaggio. Convinta dal maestro di cui è innamorata riapre la sorgente prima di partecipare alla processione: l'acqua arriverà come per miracolo, mentre tutti accusano i colpevoli della morte di Jean, e Ugolin si impicca per amore e per rimorso; ma il vecchio Papette non perde il vizio, cela il testamento in cui Ugolin lascia tutto a Manon; finché una vecchia gli rivela un segreto (che credeva che lui conoscesse): Florette, che era stata la sua innamorata, si è trovata incinta mentre lui era in Africa, gli ha scritto chiedendogli di scrivere alla sua famiglia che la avrebbe sposata al ritorno, per evitare le chiacchiere; ma lui non ha ricevuto la lettera e lei è fuggita dal paese: Jean, che Papette ha fatto morire, era figlio suo e della sua amata, per la quale poi non si era mai sposato. Roba da spezzare ogni cuore; non so perché l'ho raccontato. Eppure Auteuil e Montand sono molto bravi, i paesaggi molto belli, i film piacevoli da vedere; per la verità soprattutto il secondo, anche se un giudizio fatto dopo lo denigra ancor più dell'altro: il primo è gravato dall'avidità di Papette, dagli eccessi di sofferenza e di ingenuità di Jean e dall'ipocrisia di tutti, il secondo alleggerito prima dal piacere della vendetta, poi da quello di un certo perdono, cioè da un buonismo che alla riflessione appare ancor più retorico; ma un melodramma vale come spettacolo, e questo va visto nella sua unità e non dispiace. Devo però riconoscere che non sono tagliato a valutare film di questo genere, che di solito evito di vedere, se li vedo ne rido, se evito di riderne tutto sommato li guardo con un certo piacere che disapprovo; ma non vedo cosa abbia di meglio, per esempio, Via col vento.
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