Regia di Andrea Porporati vedi scheda film
Ascesa e caduta di Saro, ragazzino palermitano cresciuto con l'ossessione di diventare 'qualcuno', ben cosciente che l'unico modo sicuro per riuscirci è quello di immischiarsi nella malavita.
Forse la particolarità de Il dolce e l'amaro è quella di raccontare una storia di mafia in forma di fiction senza fare alcun tipo di riferimento a fatti e personaggi realmente esistiti: generalmente infatti questo tipo di lavori prende spunto dalla cronaca e, va da sè, dalle pagine di nera. La vicenda di Saro è invece un parto della fantasia degli sceneggiatori, ovverosia Annio Stasi e Andrea Porporati, cosa che rende in un certo qual modo meno scontata la pellicola, anche se quel 'forse' in incipit è doveroso: anche così facendo il film è in effetti tutt'altro che originale. Porporati è qui alla sua terza regia in lungometraggo, ma la sua esperienza come sceneggiatore è ormai quindicennale; e a guardar bene la costruzione narrativa de Il dolce e l'amaro funziona pure, sebbene gli snodi della trama risultino spesso stereotipati e poco brillanti. A risollevare le sorti del film pensa il protagonista, un sempre apprezzabile Luigi Lo Cascio; al suo fianco troviamo fra gli altri Donatella Finocchiaro, Fabrizio Gifuni, Vincenzo Amato e Renato Carpentieri. A conti fatti è il mestiere a fare sì che il risultato complessivo raggiunga un sufficiente appeal; a tale proposito è importante rilevare i contributi di Simona Paggi (montaggio), Alessandro Pesci (fotografia) ed Ezio Bosso (colonna sonora). 3,5/10.
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