Regia di Nikita Mikhalkov vedi scheda film
Oltre ad essere il titolo del film, 12 è il numero di giurati che si riunisce sotto chiave in una arrangiata camera di consiglio (la palestra di una scuola russa) per decidere il verdetto di un caso apparentemente semplice.
Condanna, a prima vista. Ma poi, dopo una serie di considerazioni e riflessioni, ad uno ad uno i giurati cambiano tutti parere per arrivare ad una unanime assoluzione.
Ognuno racconta il suo punto di vista, e la riunione a porte chiuse è non solo il pretesto per raccontare i 12 giurati, la loro storia e la loro vita, ma anche per far luce sul crimine commesso e da giudicare. Una specie di giallo visto a ritroso, e con particolare riguardo alle sue implicazioni sociali.
Ma il senso del film sembra riassumersi nelle ultimissime scene: meglio un uccellino libero ma la cui vita sa insidiata dal gelo; oppure al caldo ma costretto in una specie di prigione? E a me sembra di capire che il regista non abbia dubbi: meglio la libertà.
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