Regia di Nikita Mikhalkov vedi scheda film
La risposta sovietica a "la parola ai giurati " di Lumet"
Dodici giurati vengono riuniti in una palestra,allo scopo di esaminare ed emettere sentenza su un caso di parricidio,che un giovane ceceno avrebbe perpetrato, ai danni del padre adottivo,di nazionalità russa.La condanna sarebbe la pena capitale, dunque per raggiungere un verdetto occorre l’unanimità. Ci sono delle prove, che apparentemente sembrano schiaccianti, contro il presunto colpevole. Ma la certezza della colpa , viene messa in dubbio da un unico giurato,tanto basta per aprire un dibattito,così a poco a poco,usando razionalità,stringente logica e tenacia, questi costringe ognuno a rivedere le proprie posizioni. smontando uno ad uno tutti i teoremi accusatori, con sistematica meticolosità. Usando la forza della ragione, scava e mette a nudo la fragile psicologia di ciascuno dei giurati, discettando sulla loro immaturità,contestando le loro motivazioni di natura personale,le paure, i pregiudizi che offuscano l’equilibrio del giudizio,cosi tra colpi di scena e flashback inerenti la vita dell'imputato in Cecenia, fin dalla sua infanzia, il racconto procede, pur se prolisso,con ritmo abbastanza incalzante,spiegando in dettaglio, allo spettatore, la dinamica dell'omicidio,la sua reale meccanica, in modo da confutare verità e convinzioni.
Buona la regia di Nikita Mikhalkov,girato in uno spazio circoscritto e angusto,dunque un film d’impianto teatrale,si potrebbe definire la risposta sovietica a “la parola ai giurati di Lumet”di cui di fatto è il remake,da cui se ne discosta però notevolmente, puntando tutto sulla messa in scena di un dramma, che s'incrocia inevitabilmente,con la storia russa degli ultimi anni e dei suoi rapporti burrascosi con la Cecenia,riflessione sulla società post-comunista, sui fantasmi del passato e sulle contraddizioni del presente, ma anche su temi etici.
Un thriller psicologico, con una sceneggiatura attualizzata ed efficacissima, speculazione sul significato della giustizia e la sua natura,del tutto relativa e ambigua.
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