La vita di Filippo Costa è governata da una fortissima ambizione. Agente della guardia di finanza, disprezza le proprie umili origini, ed è disposto a tutto pur di compiere la propria ascesa sociale. Con l'aiuto di Caterina, donna bellissima, colta e ricca, riesce a fare il proprio ingresso nel mondo dell'alta finanza, e a raggiungere le vette della scala sociale bandendo ogni scrupolo.
Note
Il film non riesce a discostarsi da un andamento decisamente banale, e facciamo fatica a credere che i tanti "scalatori" nostrani siano persone scolorite e piatte come questo finanziere, le sue donne e tutti gli altri. Nessuno scatto e respiro anche nella regia: primi piani, primi piani e ancora primi piani. E in certi momenti viene da ridere.
Forse l'aver scelto di raccontare la parabola di sfrenata ambizione e cinico opportunismo del suo protagonista in modo troppo immediato e "trasparente" non ha aiutato, perché così la vicenda finisce per risultare artificiosa, programmatica, fasulla. Semplicistico e pretenzioso, ma con una sua precisa idea di fondo.
Nella pattuglia italiana invitata al Festival di Venezia del 2007, ricordo che L’ora di punta fu il più colpito dalle baionette dei critici e dagli archi dalle lance appuntite del pubblico. Linciato a destra e a manca, fu difeso solo da Alberto Crespi de l’Unità, il più competente giornalista di cinema che scrive su quotidiani. Con tutta la stima,… leggi tutto
Anatomia di un essere immondo: Filippo (Lastella), guardia di Finanza sulla trentina, non contento di prendere mazzette decide di dare la scalata al mondo imprenditoriale con un occhio agli appalti. Per raggiungere il suo obiettivo si serve di una donna più grande di lui (Ardant), che gli fornisce i contatti opportuni, non disdegna di turlupinare la fidanzata e arriva persino a ordinare… leggi tutto
Voglio andare controcorrente e dare buono a un film non pienamente riuscito, ma che nonostante tutto è sincero. Dispiace veder trattato male un film che è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato, durante una mostra del cinema di Venezia in cui nonostante una buona annata sul piano degli incassi per la nostra cinematografia, si è deciso a tavolino che il nostro cinema è pessimo e in… leggi tutto
Anatomia di un essere immondo: Filippo (Lastella), guardia di Finanza sulla trentina, non contento di prendere mazzette decide di dare la scalata al mondo imprenditoriale con un occhio agli appalti. Per raggiungere il suo obiettivo si serve di una donna più grande di lui (Ardant), che gli fornisce i contatti opportuni, non disdegna di turlupinare la fidanzata e arriva persino a ordinare…
VOTO : 5++.
Ecco il classico esempio di film ambizioso, ma che nella sostanza risulta irrimediabilmente piatto e scontato nello sviluppo.
Le premesse nello script c’erano tutte; un ambiente sporco e corrotto come ci si immagina essere la Guardia di Finanza (con tutto il rispetto per i ¾ di chi fa il suo lavoro con dedizione) e un giovane ambizioso pronto a tutto per emergere…
Anatomia topografica di un furbetto da quartierino.La storia di un monolitico ufficiale della Finanza che per scalare posizioni nella piramide alimentare che governa sotterraneamente tutte le attività principali economiche del Bel Paese non esita a mettersi con una tardona,che avrà le fattezze della Ardant,la quale vanta un pedigree attoriale di primissimo livello che però qui non dimostra…
La storia ha ottime basi: un uomo che per il successo e per non rovinare quello che ha messo in piedi, alla fine fa uccidere un uomo e rinuncia all'amore. Le persone sono solo finalizzate ai propri scopi. Il problema è che né gli attori né la storia riescono a far decollare il film. Marra è abituato a questo modo di procedere: le sue storie sono semplici, basate su pochi concetti e fatte con…
Nella pattuglia italiana invitata al Festival di Venezia del 2007, ricordo che L’ora di punta fu il più colpito dalle baionette dei critici e dagli archi dalle lance appuntite del pubblico. Linciato a destra e a manca, fu difeso solo da Alberto Crespi de l’Unità, il più competente giornalista di cinema che scrive su quotidiani. Con tutta la stima,…
Detesto tutto il cinema italiano prodotto nelle ultime annate. Non solo i prodotti demenziali realizzati per accumulare milioni nelle settimane delle feste natalizie,non solo i filmetti giovanili per ragazzini sempre…
Oh, che bel mestiere fare il finanziere. L'arrivista Filippo Costa, interpretato con inamovibile inerzia da Michele Lastella, lo fa prima nella guardia di finanza: e si prende le mazzette. Poi, decide di mettersi in proprio. Per il grande salto si appoggia sul suo corrotto comandante e sulla non più giovane proprietaria di una galleria d'arte, la stupefatta e piagnucolosa Fanny Ardant. Si tiene…
Parlare male di questo film e' come sparare sulla croce rossa ciononostante quest'esercizio puo risultare utile per fare il punto di situazione sul cinema italiano che mai come quest'anno apre la stagione con esisti cosi' poco incoraggianti. Quello che stupisce e' che anche registi navigati e capaci inciampino sulle forche gaudine del conformismo cinematografico quando invece ci si aspetterebbe…
Imbarazzante… concettualmente sembra di essere tornati agli anni 80, quando, prima del crollo della prima repubblica, si celebravano i traffichini, coloro che in nome di un certo edonismo passavano sopra a tutti e a tutto. Ma parliamo del film che ha un unico motivo di interesse per lo spettatore diffidente come me, ovvero la presenza di Fanny Ardant… ma l’unico motivo di interesse…
Voglio andare controcorrente e dare buono a un film non pienamente riuscito, ma che nonostante tutto è sincero. Dispiace veder trattato male un film che è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato, durante una mostra del cinema di Venezia in cui nonostante una buona annata sul piano degli incassi per la nostra cinematografia, si è deciso a tavolino che il nostro cinema è pessimo e in…
Assolutamente noioso e prevedibile,un disastro annunciato.Nulla puo' la Ardant che si muove imbarazzata lungo le vie di uno script senza senso.Scadente il messaggio etico e sociale imbrigliato in un mare di assurdita'.
Era, fra i tre film in concorso a Venezia, quello su cui tutti puntavano di più, e il motivo è semplice: alla regia c’è Vincenzo Marra, un cineasta che ha dato prova in quattro occasioni di sapersi muovere molto bene in un panorama cinematografico italiano con poche idee e pochi risultati. Abituato ad essere a Venezia, ma per la prima volta in concorso, Marra porta questo L’ora di punta,…
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Commenti (4) vedi tutti
Forse l'aver scelto di raccontare la parabola di sfrenata ambizione e cinico opportunismo del suo protagonista in modo troppo immediato e "trasparente" non ha aiutato, perché così la vicenda finisce per risultare artificiosa, programmatica, fasulla. Semplicistico e pretenzioso, ma con una sua precisa idea di fondo.
commento di degoffrol'ho visto la scorsa estate e onestamente a me non è dispiaciuto,anzi..
commento di Marco Mil film incolla alla sedia. è bellissimo sia la trama che i movimenti di macchina, gli attori sono bravissimi, il ragista anche. è tutto
commento di deva suraviun film imbarazzante. ma ormai è come sparare sulla croce rossa…
commento di redrum80