Regia di Ken Loach vedi scheda film
In questo film dal titolo sarcastico c'è qualcosa che mi sembra inoppugnabile: la sua forza trainante è Angie, la protagonista. L'ha inventata lo sceneggiatore Paul Laverty dopo una lunga inchiesta sul campo. L'ha messa in immagini e diretta il settantenne Ken Loach, coerente con la sua lucida rabbia in corpo che, dopo l'ingresso nell'alta età, si è tinta di pessimismo. (Spesso, però, un pessimista è soltanto un ottimista più informato degli altri). L'ha impersonata la sconosciuta Kierston Wareing (1975) che, se non fosse stato per la Blanchett di Io non sono qui, probabilmente avrebbe vinto la Coppa Volpi alla 64ª Mostra di Venezia: la sua è un'esemplare recitazione in "full immersion", per empatia. In ogni modo l'avrebbe meritata. E se la sua forza fosse anche il limite del film? Molti tra i critici/spettatori del Lido l'hanno insinuato. Non sono d'accordo. Nell'hinterland di Londra Angie è una trentenne ragazza madre (figlio di 11 anni) che tracima energia passionale, capacità imprenditoriali, ambizioni frustrate. Decisa a mettersi in proprio con un'agenzia semiclandestina ed esentasse di collocamento per lavoratori neocomunitari o extracomunitari, s'associa all'amica Rose, più colta di lei ed esperta di amministrazione. Tipico prodotto dell'era liberista di Mrs. Thatcher, si arricchisce sfruttando i lavoratori precari. Quando Rose glielo rinfaccia, replica: «Lo fanno tutti». Quello di Loach non è un altro film sull'immigrazione. Tema centrale è il lavoro saltuario, a termine, (flessibile) nel mondo della "deregulation" e della globalizzazione. Il sistema delle agenzie di reclutamento, l'uso degli appalti, fornitori esterni, lunghe catene di contratti a termine nasconde e facilita una nuova forma invisibile di schiavismo in cui sono puniti per legge i lavoratori, costretti a chinare la testa a bocca chiusa, non chi li sfrutta. Laverty e Loach non giudicano Angie, così amabile e spietata, ma il sistema in cui prospera. Infine In questo mondo libero... è anche, in suo figlio Jamie, un racconto di formazione che apre uno spiraglio sull'avvenire. Musica funzionale di George Fenton, basata sulla viola e il sax.
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