Regia di Ken Loach vedi scheda film
I film di Loach usualmente non sono leggerissimi, ma In questo mondo libero... - vuoi anche per la trama non eccessivamente sviluppata, i pochi personaggi, la (altra caratteristica imprescindibile) drammaticità dei temi trattati - è effettivamente un bel mattoncello a digerirsi. L'interpretazione della crisi del capitalismo secondo il regista inglese è quella di un sistema talmente abituato a sfruttare il più debole e bisognoso da aver chiuso sistematicamente gli occhi sul proprio metodo operativo, tanto da non accorgersi di starsi, in sostanza, autofagocitando. La legge del più forte funziona a ogni livello, dal penultimo in su, e la giovane e idealista protagonista si ritrova coinvolta suo malgrado in un sistema da lei stessa detestato fino a un momento prima: ma vi si adegua e in questo crollo di valori trova origine la sua nemesi. Nessuna conclusione, nessuna soluzione, solo una riflessione sul difficile momento per il 'mercato del lavoro' a livello mondiale, comprendendo in ciò tematiche correlate e piuttosto problematiche quali l'immigrazione, la povertà, il welfare, il razzismo. È un lavoro sicuramente ben realizzato e dagli intenti onorevoli, certo però che è più facile appassionarsi a Guerre stellari o al Signore degli anelli (senza voler entrare in alcun tipo di futile discussione su generi e gusti cinematografici).
Angie mette su un'agenzia di collocamento con la propria coinquilina; ha a che fare con immigrati e situazioni problematiche e ben presto si accorge che l'unico modo per fare quel mestiere è lucrare sulla fatica e sul bisogno altrui. Ciononostante prosegue imperterrita, ma finirà per pentirsene.
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