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In questo mondo libero...

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su In questo mondo libero...

di bradipo68
8 stelle

Il diavolo di rosso vestito colpisce di nuovo.E stavolta al cuore.Del sistema.la protagonista stavolta è la procace biondona Angie,donna non particolarmente sofisticata(anzi piuttosto mascolina con capelli sempre in disordine,mal tinti con evidente ricrescita e abbigliamento da biker per cavalcare la sua moto da Hell Angel)lavora in un agenzia di lavoro interinale ma viene licenziata.E di qui l'idea,il capitalismo creativo che si impossessa delle sue celluline grige,assieme alla coinquilina Rose ne organizza una propria cercando di aggirare il più possibile le leggi o calpestandole direttamente quando non è possibile aggirarle.Si assiste alla sua metamorfosi,da idealista convinta,da imprenditrice col suo sogno,si trasforma in un truce caporale di giornata che procura la forza lavoro a costo di passare sopra i diritti dei lavoratori.E'un abbruttimento morale che culmina con la denuncia alla polizia di immigrati clandestini in un sito che a lei serve per alloggiare i suoi lavoratori.Mentre la sua coinquilina vuole smettere Angie è come drogata,quando hai qualcosa ne vuoi ancora di più e pur avendo un bel gruzzoletto decide di tenerselo invece di distribuire qualcosa ai suoi lavoratori. anche se male gliene incoglierà.Lei,figlia della plebe che si comporta come il peggiore dei capitalisti.E qunado non le sarà più possibile proseguire in Inghilterra andrà direttamente in Ucraina a reclutare forza lavoro e a dare istruzioni per aggirare i controlli..A Loach stavolta non interessano gli immigrati e le loro dinamiche d'integrazione nel territorio.Anzi le figure degli immigrati in questo film sono le meno interessanti,troppo edulcorate,troppo normalizzate e conciliate per essere vere.Parla di lavori differiti,contratti brevi,quando esistono,parla di economia globale che tutto avvolge nelle sue spire mefitiche.E parla di una donna che votata al successo imprenditoriale sacrifica il suo codice d'onore all'altare del dio quattrino.Poche cose scuotono la sua coscienza:il gentile polacco che si sottrae al poco fine gesto di lei di ringraziarlo comprandolo,la famiglia iraniana che lei cerca di sistemare,suo figlio Jamie che ha molti problemi di relazione.E se nel finale stona il rapimento lampo di Jamie ad opera degli immigrati non si può non riflettere su quello a cui si è appena assistito,naturalmente facendogli un po'di tara:perchè risulta difficile credere a degli immigrati così normalizzati e a un tale viavai di persone che non attirano nessun tipo di controllo o alla facilità che ha Angie di oltrepassare i limiti della legge.Loach ci avverte ancora una volta dei rischi del capitalismo d'accatto,ci dà un quadro magari non esattamente a fuoco di tutta la situazione ma tremendamente efficace e come al solito trova una protagonista alle primissime armi di efficacia straordinaria.....

Su Joe Siffleet

non male

Su Colin Caughlin

ok

Su Leslaw Zurek

discreto

Su Juliet Ellis

la voce della coscienza

Su Kierston Wareing

straordinaria

Su Ken Loach

alcune cose sono un pò edulcorate ma i suoi film colgono sempre nel segno

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