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Cous cous

Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film

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La recensione su Cous cous

di FilmTv Rivista
8 stelle

Slimane, sessant’anni, viene rottamato dal suo datore di lavoro, al porto di SÈte. Allora si ricicla, cercando di trasformare un vecchio cargo arrugginito in un ristorante galleggiante, per far gustare a tutti la prelibatezza di famiglia, il cous cous al muggine. Però Slimane di famiglie ne ha due, una ex moglie cuoca sopraffina e una compagna con arrembante figlia al seguito. E aprire un ristorante in un paese dove ancora sei visto come uno straniero non è facile… Splendida opera nuova dell’autore di La schivata, un regista di origine tunisina che viene dal teatro, venera Marivaux e ha un occhio per il cinema come nessuno, in giro, oggi. Al centro della scena una comunità in molti sensi “aperta”: figli naturali e non, francesi maghrebini musulmani (e la sequenza a tavola in cui è il francese bianco cristiano a dover “imparare” l’arabo è intelligente e divertente), giovani e vecchi, accomunati dalle stesse gioie e difficoltà del vivere quotidiano. Una commedia umana che sa essere autenticamente popolare: con più punti di vista e un movimento di anime, corpi, sensazioni e sguardi come nemmeno nel migliore dei musical. In più, un pizzico di thriller nella costruzione dell’ultima parte, con il cous cous atteso che non arriva mai a rappresentare il mac guffin di hithcockiana memoria. Un trionfo di forme e di idee, con personaggi bellissimi. Kechiche doveva ambientare il film a Nizza, dove è cresciuto, perché quella di Slimane è la storia di suo padre; poi la quarta città di Francia ha lasciato il posto a un centro più piccolo dove il mélange culturale è meno dispersivo e più significativo nella definizione dei rapporti sociali, nel bene e nel male. E la vicenda dell’uomo ha saputo contagiare quella di altre figure, specialmente femminili, che sono la forza vitale di un mondo raccontato con incredibile energia. È stato detto e scritto più volte: che a La graine e le mulet (questo il titolo originale: Cous Cous sa un po’ di ristorante etnico e infatti non è piaciuto al regista) sia stato preferito l’iperconfezionato Lussuria come Leone d’oro all’ultima Mostra di Venezia, continua a essere una vergogna.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 3 del 2008

Autore: Mauro Gervasini

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