Regia di Paul Haggis vedi scheda film
Ennesimo film che fa le pulci a una sporca guerra e alle sue implicazioni interne: i reduci che si portano a spasso per le vie di casa la follia acquisita sui campi di battaglia, l’esercito come corpo separato retto da regole omertose e impermeabile all’amministrazione civile. Haggis usa le immagini registrate al fronte (come il De Palma del deludente Redacted) in funzione di tormentone, ma il presunto colpo di scena finale su ciò che è successo in Iraq è prevedibile da chiunque sappia usare il cervello. Il problema è sempre il solito: gli americani non hanno la coscienza abbastanza pulita per trattare certi argomenti, il parallelo biblico è risibile (chi sarebbe David e chi Golia?), la protesta simbolica di Tommy Lee Jones (una bandiera rovesciata in segno di allarme) è un ben misero contentino. Spunti interessanti potevano provenire da Susan Sarandon che accenna una critica al militarismo come identità familiare, ma il suo personaggio resta appena abbozzato. Un film sopravvalutato.
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