Regia di Paul Haggis vedi scheda film
Al termine di 18 mesi di servizio in Iraq, un soldato americano torna in patria. Dopo qualche giorno scompare misteriosamente dalla base. Il padre, sergente a riposo, si attiva subito per rintracciarlo; fin dall'inizio appare chiaro che nella vicenda c'è del marcio.
È una storia profondamente nera, quella di Nella valle di Elah, un thriller a sfondo militare scritto (da un soggetto firmato anche da Mark Boal) e diretto da Paul Haggis. La Verità – quella con la maiuscola – esiste, ma è troppo dura da digerire: il protagonista, un eccellente Tommy Lee Jones, le gira attorno per l'intera durata del film e quando finalmente riesce a raggiungerla sa che gli farà male ma è pronto ad accettarla, qualunque essa sia. Tutti sono in qualche modo colpevoli in questa storia di sofferenza e disperazione, tutti hanno qualcosa da farsi perdonare – ma il perdono infine c'è: ed è questa la nota positiva – e ognuno è a sua volta vittima delle decisioni e delle azioni di qualcun altro. Il valore aggiunto della pellicola sta nelle ottime scelte di casting, che vedono tra i protagonisti anche Susan Sarandon, Charlize Theron e Jason Patric, con ruoli marginali riservati anche a Josh Brolin e James Franco. Il ritmo è mantenuto sufficientemente alto nonostante le due ore di durata, forse qualche ingenuità affiora qua e là: basti pensare a come il protagonista entra ed esce dalla base militare come se ci fossero delle porte girevoli, e ogni volta che incontra qualcuno là dentro, quella persona gli svela nuovi particolari su suo figlio: tutti sanno, tranne lui; a conti fatti, visione piacevole con tanto di morale non banale. 6,5/10.
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