Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Nel 1642 un gruppo di facoltosi mercanti olandesi commissiona al giovane ma gia' famosissimo pittore Rembrandt, una tela che li raffiguri e renda loro l'immortalita' , l'unica cosa che non sono in grado di comprare. L'artista accetta considerata l'accattivante offerta ricevuta, ma ben presto si rende conto della immoralita' dei suoi committenti e delle nefandezze da costoro compiute. Colpito nel frattempo anche da tragiche disgrazie familiari, il pittore pero' non desiste nel terminare l'opera (la celebre "Ronda di notte"), ma anzi la reinterpreta secondo il suo gusto personale, contravvenendo ai dettami dei ricchi clienti, che, per vendicarsi, ordiscono a suo danno un complotto che lo isolera' dalla vita sociale e da altri incarichi remunerativi.
Il grande regista Peter Greenaway torna al suo particolare ma magnifico concetto di cinema, dopo le contaminazioni e sperimentazioni escogitate nella bizzara, dispersiva e poco convincente trilogia delle valigie di Tulse Luper.
Ritorna dunque il suo cinema fatto di ambienti interni splendidamente e accuratamente scenografati, in cui bravissimi attori prettamente teatrali si muovono con disinvoltura e in cui l'abilita' della machina da presa e i giochi di luce (qui rigorosamente di candela, come una maniacale ricostruzione kubrikiana) ci restituiscono ambienti che sembrano tutto fuorche' chiusi e artificiali.
E' un piacere per gli occhi che ci mancava da tempo, e un sollievo scoprire che il grande regista britannico ha cambiato idea sul fatto che il cinema fosse morto. In Nightwatching il cinema e' vivo eccome! Peccato che qui in Italia il film, presentato anni fa alla Mostra di Venezia (dove tra l'altro era tra i favoriti per il Leone), sia pressoche' bandito e per assicurarsene la visione sia necessario procurarsene una copia in inglese o francese senza sottotitoli.
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