Regia di Tony Gilroy vedi scheda film
Mi trovo costretto ad ammettere una cocente delusione. La caterva di opinioni positive stavolta mi ha menato sui perigliosi sentieri della pia illusione, finendo per tradirmi in un'amara verità. Due volte gli ho concesso un'opportunità, a distanza di diverso tempo, ma in entrambe le occasioni mi sono inevitabilmente sorpreso a cadere, mio malgrado, fra le braccia di Morfeo. Pur ridestandomi sistematicamente e per fortuna entro il giusto momento per godermi appieno l'ottimo finale.
Nessuno nega il rilievo di certi argomenti. Questo pregio è irrefutabile. La mia amarezza e disinganno vertono soltanto in modo specifico circa l'inerzia e la passività nell'esposizione. Se gradatamente viene a noia, non è necessariamente colpa del ritmo, dato che i film lenti ma stimolanti sono possibili eccome. Non è nemmeno responsabilità degli attori, i quali traggono il possibile dal ruolo loro affidato, su tutti George Clooney (ecco, forse solo l'interpretazione di Tilda Swinton è a mio avviso sovrastimata, addirittura con l'Oscar!). Parte del difetto è da me invece attribuita a una colonna sonora che stenta nel comunicare emozioni. Il resto è dovuto a un fallace connubio tra sceneggiatura e regia, evidentemente troppo debole per risultare davvero accattivante.
Un nobile scopo, senza dubbio. Però occorreva una ventata di freschezza e novità, essendo le tematiche già state affrontate in numerose altre opere e varianti. Da vedere? Può essere. Ma non è per tutti i gusti e non si adatta a qualunque circostanza. Si scelga una di quelle giuste, quando ci si sente particolarmente recettivi, accompagnando i momenti più critici al sorso di una tazza di buon caffè.
Michael Clayton è un ex pubblico ministero che sbriga gli affari sporchi per uno dei più importanti studi legali di New York, che sta portando ad esito vittorioso una lunghissima causa ai danni della U/North, società che opera nel settore dei prodotti chimici per l'agricoltura, accusata di produrre un diserbante che, contaminando le acque, causa il cancro.
A mio giudizio James Newton Howard può vantare lavori decisamente migliori di questa sua composizione.
Andrebbe unicamente reso più avvincente. Più facile a dirsi che a farsi.
Avendo curato regia, soggetto e sceneggiatura, la colpa del mancato coinvolgimento è solo sua.
Un Michael Clayton più che apprezzabile, a suo agio e professionale nelle parti da protagonista.
Discreta prova nelle vesti di Karen Crowder, ma per me è qui sopravvalutata.
Sempre dignitoso nei personaggi di supporto, come Arthur Edens.
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