Regia di Tony Gilroy vedi scheda film
E' uscito da poco anche negli USA, ma numerose penne della stampa dedita al cinema lo indica tra i lungometraggi messi bene per le nominations agli Oscar 2008: prodotto da Pollack, Clooney, Soderbergh e Minghella, questo dramma mescolato al legal thriller è un film di impiasto robustamente classico, scritto oltre che diretto dall'esordiente Tony Gilroy. Non è un debutto sbalorditivo, sia chiaro, ma è una pellicola di impegno civile come usava una trentina d'anni fa che merita attenzione: oltre all'allarme per certi grandi marchi che dietro una facciata edificante fanno danni che si chiamano avvelenamenti cancerogeni collettivi, "Michael Clayton" si merita ancor più apprezzamento per il lavoro non facile sui dettagli dei personaggi. Il fatto che i cattivi siano più che altro pezzi di un meccanismo orripilante che parla con il verde dei soldi e liquida chiunque intralci il normale iter di profitti sottolinea la cura di Gilroy nel costruire i caratteri, così come dell'identità del protagonista, che spesso si sente domandare quale ruolo egli abbia, senza saper dare spiegazioni esaustive nè agli altri nè a se stesso. Infine, notevoli sia le prove di un Clooney che ben sorregge le ambiguità del suo personaggio, e di Wilkinson e Pollack, antitetici alfieri di un sistema marcio di controllo , macchinario antiumano impeccabile.
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