Regia di Paolo Franchi vedi scheda film
Non ci sono eroi in questo tragico gioco di vite tra di loro speculari.Un uomo di età indefinibile con un bisogno insopprimibile di paternità(a mio parere secondario all'amore totale che prova per la splendida moglie) e un giovane disturbato psichicamente che sta cercando un padre che sente di non aver mai avuto.E quel surrogato che aveva come padre lo ha eliminato.Forse.Il film di Paolo Franchi è un film senza certezze,in cui ai silenzi si alternano fragori insopportabili,cacofonie volute per creare dissonanza,la stessa dissonanza che troviamo nei personaggi che hanno in comune il male di vivere che da dentro li sta corrodendo poco a poco.Il film si trasforma ben presto in un crudele gioco al massacro,un incubo noir dai colori metallici che cede a qualche stilizzazione di troppo ma che ha dalla sua un'idea di cinema geometrico,che si ammanta di una patina di autorialità che a tratti fa anche rima con spocchia,ma sicuramente affascinante e stimolante interrogativi.A cui non vengono date tutte le risposte.I personaggi maschili sono molto più delineati,forse anche perchè più contorti e problematici rispetto a quelli femminili.Ma è un grande piacere rivedere Irene Jacob di nuovo al lavoro così come è sempre un bel vedere Maria De Medeiros.I due personaggi maschili sono l'uno l'opposto dell'altro:Todeschini interiorizza,è laconico,faccia da sconfitto,Elio Germano si danna anima e soprattutto corpo recitando con ogni muscolo(è proprio il caso di dirlo) spesso anche andando sopra le righe in una recitazione di chiara matrice teatrale.La regia di Paolo Franchi usa le ambientazioni di Ginevra e Torino come contraltare alla plumbea inquietudine che attanaglia i personaggi,usa gli spazi interni(gli arredamenti sono minimal-chic,c'è lo stretto necessario ma rigorsamente di design)quasi a simulare il palcoscenico di un teatro,usa i silenzi per rendere più concreta la brama di comunicare che hanno i protagonisti.Brama destinata a rimanere inevasa.L'accostamento ad Antonioni non è affatto peregrino:qui l'incomunicabilità è l'architrave di tutta la costruzione filmica.Magari sarebbero da evitare certi arzigogoli stilistici che risultano abbastanza fini a se stessi.Ma il cinema di Franchi è vivo,vitale,senza paura di rischiare o anche di mostrare sgradevolezze....
regia di pregio stilistico che a volte si fa maniera
bravo un modo di recitare esattamente opposto alla furia di Germano
sempre sopra le righe
delizioso ritorno
gradita presenza
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