Regia di Andrew Dominik vedi scheda film
Certi film fanno proprio cascare le braccia. Non se ne capisce lo scopo, la ragion d’essere, il motivo di interesse. Avremmo dovuto/voluto essere nel campo del western, e, invece, è pura, rarefatta astrazione visiva quella che va in scena. Ad occupare (e sprecare) tanto spazio e tanto (troppo!) tempo è lo psicodramma (oh sì, mi ha davvero spezzato il cuore!!) di un giovane complessato, legato in modo ambiguo all’odioso (per come descritto nel film) bandito J.James (un buon B.Pitt, non c’è dubbio, ma la coppa Volpi mi sa tanto di regalata). Quasi tutto il film si concentra sulla rappresentazione di uno scontro psico(dia)logico fra due personalità fuori dagli schemi, ma che sembrano sforzarsi di non suscitare né empatia, né (quanto meno) curiosità. Un filo di interesse in più avrebbe potuto essere destato dallo sguardo gettato sul sottobosco di combutte ed intrecci relazionali che coinvolgevano la banda dei fratelli James e che fanno coagulare le parabole dei due protagonisti verso un destino comune (la fama), ma la confusione dei ruoli (sempre ben fitta per buona parte del film) contribuisce a depauperare di senso la storia. Condotta - manco a dirlo - alla stregua di un rimo monocorde (barabbovich) e letargico (movieman).
Dal ceppo del western della cara vecchia tradizione (il cui canto funebre è stato affidato alla discreta colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis) sono originati nuovi temerari sentieri; più filosofici e meditativi, sfidando anche la noia (sasso67).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta